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Sandokan collaboratore di giustizia: "Vittoria di chi ha sempre creduto che la camorra si potesse battere"

Il comitato Don Diana: "Notizia importante nel trentennale dell'omicidio del sacerdote". La Commissione legalità giornalisti chede chiarezza sulla scomparsa di Bardellino

“La decisione di collaborare con la giustizia del boss Sandokan è la vittoria di chi ha sempre creduto che la camorra si potesse battere”. Sono le parole di Salvatore Cuoci, presidente del comitato Don Peppe Diana, commentando la notizia del pentimento del capoclan dei Casalesi.

Notizia che arriva proprio nell’anno del trentennale della morte di don Diana: “Questo la rende ancora più significativa”, aggiunge Cuoci. .”È la vittoria dei giovani- dice- di chi non si è arreso, di chi ha avuto sempre la schiena dritta. Che questa collaborazione possa chiarire tante cose ancora non chiarite in questo territorio, che possa dare un senso alle tante morti di questo territorio”.

“Faccia chiarezza sulla scomparsa di Bardellino“

"Se la collaborazione sarà rispettosa della verità, alcuni pezzi di storia fin qui conosciuti cambieranno e saranno riscritti in base a quanto veramente accaduto. A cominciare dalla scomparsa di Antonio Bardellino e dall'identità delle sponde politiche e imprenditoriali del clan". Così, i componenti della commissione Legalità dell'Ordine dei giornalisti della Campania, presidente Marilù Musto e Tina Cioffo vice, dopo aver appreso del percorso verso la collaborazione con la giustizia del capoclan del cartello dei Casalesi Francesco Schiavone "Sandokan" dopo 26 anni di carcere duro. "Schiavone potrebbe, innanzitutto, chiarire se in questi anni il 41 bis ha funzionato, ma soprattutto potrebbe svelare la rete di relazioni della camorra con l'ala imprenditoriale e politica che ha permesso la sopravvivenza del gruppo criminale fra i più pericolosi in Europa. Su molti fatti di sangue la verità giudiziaria ha già ottenuto molti risultati anche senza il suo aiuto". La commissione - composta anche da Vincenzo Sbrizzi, Giovanni Taranto, Luisa Del Prete, Anna Liberatore, Nicole Lanzano e Federica Landolfi - si augura "che siano resi noti i patti che hanno "condannato la periferia di Caserta e Napoli all'identificazione con la Terra dei fuochi a causa di sversamenti abusivi di rifiuti speciali, in modo che non fosse possibile la creazione di un sistema circolare per lo smaltimento dei rifiuti. Schiavone renda noto i contatti con le mafie nell'area vesuviana".

Magliocca: “Luce su lunga pagina di storia della provincia”

A commentare la notizia del pentimento del boss Schiavone è anche il presidente della Provincia di Caserta, Giorgio Magliocca: “Una notizia importante. Speriamo si possa fare chiarezza su una lunga pagina di storia della nostra provincia”.

Cangiano: "Tracciare decenni di smaltimenti illeciti di rifiuti"

"La notizia è di quelle che lasciano il segno. Si chiude di fatto un periodo lungo 30 anni, che ha lasciato dietro di sé centinaia e centinaia di vittime. Molte innocenti, come Don Peppe Diana e come tutti coloro uccisi per non aver abbassato la testa. La speranza adesso è che si possa far luce su tanti episodi criminosi ancora senza risposta. Ed in particolare la mia speranza è che si possa arrivare a tracciare il percorso di decenni di smaltimento illecito di rifiuti pericolosi, che ancora giacciono nascosti ed interrati nel sottosuolo della nostra Provincia. Se a quest'uomo è rimasto un briciolo di cuore e di umanità, e se la sua intenzione di collaborare è davvero sentita, io chiedo che possa aiutare le autorità competenti ad individuare i luoghi principali che nascondono ancora bombe ecologiche dal devastante effetto per la salute nostra, dei nostri prodotti e delle nostre città. I dati in nostro possesso ci dicono tristemente che in questa Provincia l'incidenza di tumori riconducibili all'inquinamento ambientale e agli effetti di essere "Terra dei Fuochi" è tra le più alte. Individuare queste bombe ecologiche ancora nascoste e bonificare i territori che per decenni le hanno sotterrate, resta il nostro obiettivo primario”.

Santillo: "Faccia i nomi di politici e imprenditori"

"Anche il “grande” boss dei casalesi, il temibilissimo Sandokan Schiavone, è caduto, ha deciso di collaborare con la Giustizia. Senza dubbio, almeno da un punto di vista simbolico, anche lui si è arreso allo Stato. Per chi è cresciuto nella provincia dominata dai Casalesi, questa notizia ci dice innanzitutto una cosa: non esiste alcun principio camorristico insuperabile. Questa è gente che ha solo fatto male a questa terra, se decide di pentirsi, al di là dei propri calcoli, vuol dire che cede ai principi dello Stato, alla legalità. Il gesto di Schiavone assume  un significato molto importante, specie verso i giovani: non esiste nessuna ideologia, nessun uomo d’onore incrollabile. Sono tutte stupidaggini che questi criminali usano e hanno usato per provare alimentare il loro potere. Ciò detto, il giudizio concreto su questo pentimento lo potremo dare solo alla prova dei fatti. Schiavone, insieme ai suoi sodali, ha dominato la provincia di Caserta e non solo tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso. Di quale classe politica si è servito? Quale rete imprenditoriale ha beneficiato del potere e dei soldi del clan dei casalesi? Esiste ancora qualcuno che continua a beneficiare di una base marcia di estrazione mafiosa? Di quali danni ambientali e sanitari si è macchiato il suo clan? Ecco, la parte sana e civile di questa provincia, attende queste e altre risposte." Lo ha dichiarato il Vicepresidente del Gruppo M5S alla Camera dei deputati Agostino Santillo.

Zinzi: "Fare luce su momenti bui e dolorosi di questa terra"

“La decisione di Francesco Schiavone di collaborare con la giustizia è il frutto di un grande lavoro che lo Stato sta portando avanti, dimostrando che la sua presenza sul territorio è forte, più di qualunque altra cosa. La camorra, i clan, non sono imbattibili di fronte ad uno Stato intenzionato a voler proseguire con la stagione antimafia, ristabilendo ordine e legalità tra le nostre comunità. Oggi è una bella giornata di giustizia e il mio pensiero va a quelle vittime innocenti che non ci sono più perché si sono rifiutate di piegare la testa di fronte alla criminalità organizzata. L’auspicio è che con il pentimento di Schiavone si possa davvero far luce sui troppi momenti bui e dolorosi che hanno caratterizzato la storia di questa provincia e di tutta la Campania”. Lo dichiara il deputato campano della Lega Gianpiero Zinzi.


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